Le origini di questa festa, che si tramanda da secoli in molti paesi del mondo, sono incerte.
Non si conosce esattamente il periodo in cui ebbe inizio, né per opera di chi. Gli studiosi di tradizioni popolari forniscono diverse versioni - basate più su congetture teoriche che su dati scientificamente provati - che avvolgono la nascita di questa tradizione in un alone di mistero.
L’ipotesi più accreditata negli ambienti accademici fa risalire l’origine del pesce d’aprile ad un periodo antecedente al 154 A.C., quando il primo aprile segnava l’inizio dell’anno. Più tardi, la Chiesa soppresse la festa stabilendo l’inizio dell’anno il primo di gennaio. La vecchia tradizione continuò comunque a sopravvivere tra i pagani che per questo venivano derisi e scherniti.
Un’altra ipotesi, abbastanza diffusa, si rifà invece al rito pagano, legato all’antico calendario giuliano, quando il primo di aprile segnava l’inizio del solstizio di primavera. Terminato l’inverno, l’avvento della stagione primaverile segnava il rinnovamento della terra e della vita. In questa occasione, tra il 25 di marzo e il primo di aprile, si usava propiziare gli dèi offrendo doni e facendo sacrifici in loro onore. La festa era anche occasione per esprimersi in massima libertà con lazzi, burle e buffonerie.Con l’avvento del Cristianesimo, nell’Impero Romano feste di questo tipo furono sostituite con altre festività religiose al fine di far scomparire per sempre gli usi e le tradizioni pagane. Questo fu il destino che toccò anche alla festa del primo di aprile, rimpiazzata da quella della Pasqua. Le persone che, nonostante ciò, si ostinavano a festeggiare il vecchio rito pagano venivano ridicolizzate e fatte oggetto di scherzi e burle di ogni tipo.Entrambe le ipotesi, comunque, confermano la matrice pagana e buffonesca della festa, che continua tutt’oggi, seppur con sfumature diverse, a restare viva in gran parte del mondo.


Auguri a tutti i papà
a quelli che stanno vicino ai loro bambini,
a quelli che li proteggono dal cielo,
a quelli che sanno dare affetto e amore,
a quelli che danno sicurezza e protezione.
Auguri
soprattutto a te papà!
Ti prometto che per farti felice
cercherò di fare tutto ciò che mi dici.
Classe 5°A




Zeppole di San Giuseppe
INGREDIENTI: 500gr.di farina 50gr.di zucchero 100gr.di burro 7 uova 1 pizzico di sale 1 bustina di vanillina pura bertolini 1bustina di zucchero impalpabile vanigliato bertolini 1/2 kg di farina,olio per friggere. PREPARAZIONE : Mettere sul fuoco un tegame con 4 bicchieri di acqua, il burro e un pizzico di sale; non appena si alza l'ebollizione, toglierlo dal fuoco ed aggiungervi la farina fatta cadere a pioggia, mescolando enenrgicamente con un cucchiaio. Rimettere il composto sul fuoco e continuare a rimestare sino a quando si stacchera' dal fondo e dalla parete del tegame. Lasciare raffreddare ed unire lo zucchero, le uova, la vanillina ed a ultimo il lievito vanigliato, avendo cura di ben amagamarlo. Prelevare una cucchiaiata di pasta ed arrottolarla tra'le mani fino ad ottenere un bastoncino col quale formare una ciambella, continuando fino all'esaurimento dell'impasto. Friggere le zeppole in una padella contenente abbondante olio caldo, appena tolte lasciarle sgocciolare su un foglio di carta assorbente. Spolverizzare con lo zucchero impalpabile.


La Festa del Papà ricorre il 19 Marzo in concomitanza con la Festa di San Giuseppe, che nella tradizione popolare oltre a proteggere i poveri, gli orfani e le ragazze nubili, in virtù della sua professione, è anche il protettore dei falegnami, che da sempre sono i principali promotori della sua festa.Pare che l'usanza ci pervenga dagli Stati Uniti e fu celebrata la prima volta intorno ai primi anni del 1900, quando una giovane donna decise di dedicare un giorno speciale a suo padre.Agli inizi la festa del papà ricorreva nel mese di giugno, in corrispondenza del compleanno del Signor Smart alla quale fu dedicata, poi solamente quando giunse anche in Italia si decise che sarebbe stato più adatta festeggiarla il giorno della Festa di San Giuseppe.In principio nacque come festa nazionale, ma in seguito è stata abrogata anche se continua ad essere un'occasione per le famiglie, e sopratutto per i bambini, di festeggiare i loro amati padri. La festa del 19 marzo è caratterizzata inoltre da due tipiche manifestazioni, che si ritrovano un po' in tutte le regioni d'Italia: i falò e le zeppole. Poiché la celebrazione di San Giuseppe coincide con la fine dell'inverno, si è sovrapposta ai riti di purificazione agraria, effettuati nel passato pagano.In quest'occasione, infatti, si bruciano i residui del raccolto sui campi, ed enormi cataste di legna vengono accese ai margini delle piazze. Quando il fuoco sta per spegnersi, alcuni lo scavalcano con grandi salti, e le vecchiette, mentre filano, intonano inni per San Giuseppe. Questi riti sono accompagnati dalla preparazione delle zeppole, le famose frittelle, che pur variando nella ricetta da regione a regione, sono il piatto tipico di questa festa.
Filastrocca
San Giuseppe
San Giuseppe vecchierello
cosa porti nel cestello?
Erba fresca,fresche viole,
nidi, uccelli e lieto sole.
Nel cantuccio più piccino
ho di neve un fiocchettino ,
un piattino di frittelle
e tante altre cose belle.


8 marzo
Buon 8 marzo a tutte le donne,
a quelle che non hanno il dono di un sorriso;
a quelle che non hanno una carezza sulla pelle;
a quelle che non conoscono la dolcezza;
a quelle che in silenzio subiscono la violenza;
a quelle che non possono sciogliersi i capelli al vento.
Buon 8 marzo a tutte le donne,
a quelle che abbracciano con amore;
a quelle che illuminano l’anima,
a quelle che parlano dentro oltre lo sguardo;
a quelle che sorridono con i colori dell’arcobaleno;
a tutte quelle che danno energia alla libertà della vita.


Piccole donne
Auguri alle scolarette di 5°A,
piccole donnine
belle, vispe ed affettuose.
Auguri ad Enza la più corteggiata;
a Marisa con gli occhioni azzurri
e profondi come il mare,
a Maria Grazia sempre garbata e gentile;
a Francesca gaia e cortese;
a Margherita timida e poco loquace;
a Paola dolce e simpatica
alle due Chiarette piene di vita
peperine e sapientine.
Con affetto la maestra Margherita



Che cos’è la festa della donna?

La Festa della Donna è in effetti un momento di gioia per tutto ciò che le donne hanno dato e continuano a dare al mondo. Ma nasconde anche il dolore, la sofferenza, le lotte di tante donne che si sono battute per un mondo più giusto. Grazie a loro oggi le donne occidentali hanno potuto affermare i propri diritti e possono veder riconosciuta la loro parità con l’uomo. L’8 marzo è dedicato a tutte le donne che sono minacciate, violentate, imprigionate, uccise per aver difeso i loro diritti e, spesso, i diritti umani più elementari. Ricordare questo giorno è un modo per non dimenticarle e per continuare a lavorare nella loro scia, perché c’è ancora molto da fare.


Perché la mimosa come simbolo?
La mimosa è simbolo di innocenza, di libertà e nello stesso tempo il suo delicato nasconde forza e vitalità. In realtà questa scelta non ha nulla a che vedere con i fatti di New York. Infatti l’UDI (Unione Donne Italiane) che, preparando il primo 8 marzo del dopoguerra (nel 1946) si pose il problema di trovare un fiore che potesse simboleggiare lo spirito della giornata. L’idea di trovare un fiore veniva a sua volta dal garofano rosso, simbolo della festa dei lavoratori. La mimosa, profumata e poco costosa, apparve subito come il fiore adatto. Il suo dono significa anche che il mondo sarebbe grigio, triste, povero senza la creatività e vitalità femminili.