Piccole stelline nel cielo notturno, stelline vispe, curiose, desiderose di sapere perchè la notte di Natale è speciale.
Angioletti dolci, saggi, pronti a spiegare il motivo di quell'evento straordinario, la caratteristica di quel Bambino tanto speciale.
Angeli che raccontano di pace, di speranza, di amore...
Eh...sì,i veri valori del Natale, valori spesso dimenticati...
Nasce Gesù ed è tuta una festa sia in cielo che in terra.
Buon Natale a tutti.


Ecco finalmente alcune foto della recita!









Poesia

Natale

Filastrocca del Natale

quante cose posso comprare!

Ho già visto nelle vetrine

fili d’argento, nastri, stelline.

I pandoro e i panettoni

fanno la gioia dei golosoni.

Il presepe e l’alberello

rendono ancora tutto più bello.

Ma il Natale non è questo in fondo,

è vera pace in tutto il mondo:

volersi bene, darsi la mano,

sentirsi uniti, andare lontano.

Da il diario dei diritti dei bambini.EMI


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Informazione...
Se qualcuno non ha l'assegno può leggerlo qui.

Assegno per le vacanze

Lettura sul libro rosso pagine 74-75 78 -79

Copia pagine 74 e 79

Completa sul libro arancione p. 60- 61- 63

Scrivi tante parole che iniziano per vocali ( a- e- i- o- u )

Copia in corsivo del libro arancione le parole per ogni tipo di consonante )








Alcune foto degli alunni di IA e IB

































































































































































UN IN BOCCA AL LUPO E TANTI TANTI AUGURI AGLI EX ALUNNI DI 5aA e 5aB DEL VINCENZO GIUDICE PER IL NUOVO ANNO SCOLASTICO.



Con affetto,

la maestra Margherita







Eccoci, si parte per la nuova avventura nella scuola elementare!















































































































Eh...si, è finita!



Siete giunti alla conclusione dell'ultimo anno di scuola elementare, siete cresciuti fisicamente e intellettivamente.Porterete con voi tanti ricordi, tante emozioni e soprattutto un bagaglio di conoscenze e competenze che vi permetteranno di proseguire con sicurezza negli studi futuri.



Io intanto mi preparerò a ricominciare un nuovo ciclo, altri bambini prenderanno il vostro posto e io li amerò come ho amato voi. I vostri visi rimarranno impressi nella mia mente e nel mio cuore per sempre.



Auguri e ad maiora per il vostro futuro dalla maestra Margherita.
Le foto rappresentano dei momenti della recita di fine anno; siete stati super bravissimi sia a recitare che a ballare.




Il testo giornalistico
Oltre a preparare la recita di fine anno gli alunni di quinta A stanno analizzando il testo giornalistico.
Hanno deciso così
di ideare un giornalino intitolato LA VOCE DELLA 5°A. Per il momento hanno imparato come si realizza la prima pagina di un giornale ed hanno scritto piccoli articoli riguardanti le principali attività trattate in questo periodo:- Le prove per la recita di fine anno e la gita che faranno a Roma il 13 e il 14 maggio.

Esempi di produzione di articoli di giornali a cura degli alunni di 5°A.

PROVE E PREPARATIVI PER LA RECITA DI FINE ANNO:
La scolaresca in collaborazione con la docente Margherita Vicidomini ha dato vita allo spettacolino di fine anno per ringraziare le insegnanti per l’affetto trasmesso in questo ciclo di studi.
I bambini sono emozionati ma anche un po’ tristi poiché sarà difficile per loro lasciare le maestre e i compagni.
Cosimo Niglio, un ragazzino della classe afferma:- Lo spettacolino che stiamo preparando consiste nel rappresentare i momenti più magici di questi cinque anni e poi ci saranno canti, poesie e balli.
Noi maschi ci esibiremo in un balletto di hip hop ideato dal nostro compagno Ernesto De Divitiis, mentre le femminucce in alcune coreografie create dalla maestra Margherita con l’aiuto della figlia Stefania.
Reciteremo anche delle poesie, tra cui “ A livella “ di Antonio De Curtis in arte Totò ed alcune filastrocche scritte per ringraziare le maestre.
Altri miei compagni suoneranno e canteranno.
Secondo me sarà uno spettacolino davvero emozionante e la maestra Margherita sarà orgogliosa di noi.
Cosimo Niglio.


ARIA DI RECITA E DI SALUTI
Nella classe 5°A del Vincenzo Giudice c’è aria di recita.
È da martedì scorso che gli alunni stanno provando le parti della recita, i canti e i balletti.
Canteranno “L’amico è- Grazie maestre e due canzoni napoletane. Le ragazzine balleranno “CANDYMAN”,invece i maschietti un pezzo di hip hop.
I ragazzi sono tutti eccitati e contenti ma nello stesso momento nella classe c’è un velo di tristezza poiché il pensiero che dovranno lasciare le loro maestre non li abbandona.
Chiara Di Stefano un’alunna della classe dice:- Sono molto ansiosa e non vedo l’ora che giunga il grande giorno. Sono sicura che saremo bravissimi come gli altri anni e questo lo dobbiamo alla nostra insegnante Margherita Vicidomini che ci segue nei balletti, nei canti e nella scrittura dei dialoghi. Questa recita per noi è un saluto speciale ed affettuoso che vogliamo dare alle nostre maestre.
Chiara Di Stefano.




Alla maestra Margherita


Cara maestra Margherita
ti ricorderemo per tutta la vita;
ti penseremo con affetto e amore
poichè ci hai parlato sempre con il cuore.
Ci hai voluto bene,
i hai sostenuto, ci hai guidato.
Quante cose ci hai insegnato,
quante storie ci hai raccontato,
che belle fiabe abbiamo recitato!
Volentieri insieme a noi hai giocato,
hai riso,hai scherzato, hai perdonato.
Ci hai trasmesso tanti valori
che sono per noi grandi tesori.
Grazie maestra.
Alla maestra Angela
Bella, simpatica, allegra,
sempre disponibile.
Non solo ci hai insegnato a contare,
ad eseguire, a calcolare,
a risolvere i problemi
ma sei stata sempre pronta ad ascoltarci,
a confortarci, a rassicurarci
quando i problemi li abbiamo avuto noi.
Ci hai stretto forte tra le tue braccia
facendoci sentire il tuo calore
e allora la tristezza e le preoccupazioni
andavano via.
Grazie maestra Angela.

Maestra Angela tu sei molto simpatica; con te abbiamo riso e scherzato.(Vecchio)
Ci hai fatto scoprire sempre con pazienza, con semplicità e allegria il meraviglioso mondo dei numeri.(Ristallo)

Quando entri in classe non sei da sola, ti accompagna l’aria frizzante della primavera.(Cariello)

Alla maestra Silvia
Maestra Silvia anche se appari severa, sei gentile e comprensiva. Grazie per tutto ciò che ci hai insegnato.

Maestra Silvia rimembri ancora
il tempo della tua lezione
quando la beltà splendeva
nei tuoi occhi severi
E tu, austera e pensosa
alla cattedra sedevi
e pensavi chi interrogare.
Noi silenziosi e ansiosi
aspettavamo quel nome
suonar nella grande aula.
Con te abbiamo viaggiato
su e giù per la nostra bella Italia,
abbiamo conosciuto regioni, città
storie e bellezze della nostra nazione.
Quando pronti alle tue domande
rispondevamo con sicurezza,
che pensieri soavi,
che dolci lodi maestra Silvia!
Tu apparivi allora soddisfatta
e il nostro cuore si riempiva d’affetto.
Con speranza seguivamo
la tua mano da lontano
che scriveva sul libro
più di ciò che meritavamo.


Alla maestra di religione
Cara maestra Rosalba,
con te siamo stati attenti,
svogliati,alcune volte distratti,
ma di tutti noi conoscevi i difetti.
Ti abbiamo fatto ridere,arrabbiare,
disperare,ma con grande pazienza
ci hai saputo conquistare.
A te chiediamo come ultimo dono
un sorriso e il tuo perdono.


Cara maestra Maria Rosa,
anche a te chiediamo scusa
per non esserci sempre comportati bene.
Grazie per ciò che ci hai insegnato
con pazienza e professionalità.


Grazie maestre
per averci accolto ogni mattina,
per noi ogni giorno è stata una sorpresa
dalla sera sempre tanto attesa.
Abbiamo imparato non solo
a leggere,scrivere e far di conto,
abbiamo appreso regole
necessarie alla nostra vita.
E quando un’altra strada noi prenderemo
qui nel nostro cuore vi porteremo,
con un bacio vi salutiamo
e tutti insieme a gran voce gridiamo
felici e commossi
viva la classe quinta A





Alla maestra Margherita

Cara maestra Margherita

tra i nostri banchi di scuola,
abbiamo imparato a scrivere
e leggere , a comprendere, a recitare.
Tra i nostri quadernoni,
troveremo il tuo nome,
e il voto che ci davi,
mentre con tanto orgoglio ci guardavi.
Ci hai trasmesso la curiosità,
la voglia di raccontare,
le nostre emozioni da scolari.
Siamo stati attenti,
svogliati,alcune volte distratti,
ma di tutti noi conoscevi i difetti.
Ti abbiamo fatto ridere,arrabbiare,
disperare,ma con grande pazienza
ci hai saputo conquistare,
con la dolcezza e la tua simpatia
ci hai fatto amare anche la poesia.
Noi con grande affetto
sempre ti ricorderemo,
per quello che un domani
5°A





STORIA DELLA PASTIERA :
Si racconta che Maria Teresa D'Austria, consorte del re Ferdinando II° di Borbone, soprannominata dai soldati "la Regina che non sorride mai", cedendo alle insistenze del marito buontempone, famoso per la sua ghiottoneria, accondiscese ad assaggiare una fetta di Pastiera e non poté far a meno di sorridere, compiaciuta alla bonaria canzonatura del Re che sottolineava la sua evidente soddisfazione, nel gustare la specialità napoletana. Pare che a questo punto il Re esclamasse: "Per far sorridere mia moglie ci voleva la Pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo".

STORIA DELLA PASTIERA IN RIMA
A Napule regnava Ferdinando
Ca passava e' jurnate zompettiando;
Mentr' invece a' mugliera, 'Onna Teresa,
Steva sempe arraggiata. A' faccia appesa
O' musso luongo, nun redeva maje,
Comm'avess passate tanta guaje.
Nù bellu juorno Amelia, a' cammeriera
Le dicette: "Maestà, chest'è a' Pastiera.
Piace e' femmene, all'uommene e e'creature:
Uova, ricotta,
grano, e acqua re ciure,
'Mpastata insieme o' zucchero e a' farina
A può purtà nnanz o'Rre: e pur' a Rigina".
Maria Teresa facett a' faccia brutta:
Mastecanno, riceva: "E' o'Paraviso!"
E le scappava pure o' pizz'a riso.
Allora o' Rre dicette: "E che marina!
Pe fa ridere a tte, ce vò a Pastiera?
Moglie mia, vien'accà, damme n'abbraccio!
Chistu dolce te piace? E mò c'o saccio
Ordino al cuoco che, a partir d'adesso,
Stà Pastiera la faccia un pò più spesso.
Nun solo a Pasca, che altrimenti è un danno;
pe te fà ridere adda passà n'at' anno!"



Un uovo speciale
In un prato incantato
un folletto ho incontrato
dopo essersi presentato
una domanda mi ha fatto:"
Cosa vorresti trovare
dentro l' uovo pasquale?"
Ed io :"
Vorrei trovare qualcosa
di grande e di bello
che non riempia un solo carrello.
Non si può comprare
e nemmeno inventare,
ma nel cuore deve maturare.
Mi vorrei svegliare
la mattina pasquale
in un mondo tondo
dove regni l' amore profondo,
un mondo con i colori dell'arcobaleno
per un futuro più sereno,
dove tutti sono fratelli
non solo nei momenti belli,
un luogo dove tutti son felici
perchè non ci sono più nemici,
un universo senza distinzioni
affinchè tutti siano senza padroni
dove la guerra non esiste più
perchè nel cuore tutti hanno Gesù.
Vorrei che questo non fosse un sogno
che si potesse porre un germoglio
per poi vedere crescere amore
nel profondo di ogni cuore".


Saluti affettuosi per Maria Grazia.
Guarisci presto!!!


Le origini di questa festa, che si tramanda da secoli in molti paesi del mondo, sono incerte.
Non si conosce esattamente il periodo in cui ebbe inizio, né per opera di chi. Gli studiosi di tradizioni popolari forniscono diverse versioni - basate più su congetture teoriche che su dati scientificamente provati - che avvolgono la nascita di questa tradizione in un alone di mistero.
L’ipotesi più accreditata negli ambienti accademici fa risalire l’origine del pesce d’aprile ad un periodo antecedente al 154 A.C., quando il primo aprile segnava l’inizio dell’anno. Più tardi, la Chiesa soppresse la festa stabilendo l’inizio dell’anno il primo di gennaio. La vecchia tradizione continuò comunque a sopravvivere tra i pagani che per questo venivano derisi e scherniti.
Un’altra ipotesi, abbastanza diffusa, si rifà invece al rito pagano, legato all’antico calendario giuliano, quando il primo di aprile segnava l’inizio del solstizio di primavera. Terminato l’inverno, l’avvento della stagione primaverile segnava il rinnovamento della terra e della vita. In questa occasione, tra il 25 di marzo e il primo di aprile, si usava propiziare gli dèi offrendo doni e facendo sacrifici in loro onore. La festa era anche occasione per esprimersi in massima libertà con lazzi, burle e buffonerie.Con l’avvento del Cristianesimo, nell’Impero Romano feste di questo tipo furono sostituite con altre festività religiose al fine di far scomparire per sempre gli usi e le tradizioni pagane. Questo fu il destino che toccò anche alla festa del primo di aprile, rimpiazzata da quella della Pasqua. Le persone che, nonostante ciò, si ostinavano a festeggiare il vecchio rito pagano venivano ridicolizzate e fatte oggetto di scherzi e burle di ogni tipo.Entrambe le ipotesi, comunque, confermano la matrice pagana e buffonesca della festa, che continua tutt’oggi, seppur con sfumature diverse, a restare viva in gran parte del mondo.


Auguri a tutti i papà
a quelli che stanno vicino ai loro bambini,
a quelli che li proteggono dal cielo,
a quelli che sanno dare affetto e amore,
a quelli che danno sicurezza e protezione.
Auguri
soprattutto a te papà!
Ti prometto che per farti felice
cercherò di fare tutto ciò che mi dici.
Classe 5°A




Zeppole di San Giuseppe
INGREDIENTI: 500gr.di farina 50gr.di zucchero 100gr.di burro 7 uova 1 pizzico di sale 1 bustina di vanillina pura bertolini 1bustina di zucchero impalpabile vanigliato bertolini 1/2 kg di farina,olio per friggere. PREPARAZIONE : Mettere sul fuoco un tegame con 4 bicchieri di acqua, il burro e un pizzico di sale; non appena si alza l'ebollizione, toglierlo dal fuoco ed aggiungervi la farina fatta cadere a pioggia, mescolando enenrgicamente con un cucchiaio. Rimettere il composto sul fuoco e continuare a rimestare sino a quando si stacchera' dal fondo e dalla parete del tegame. Lasciare raffreddare ed unire lo zucchero, le uova, la vanillina ed a ultimo il lievito vanigliato, avendo cura di ben amagamarlo. Prelevare una cucchiaiata di pasta ed arrottolarla tra'le mani fino ad ottenere un bastoncino col quale formare una ciambella, continuando fino all'esaurimento dell'impasto. Friggere le zeppole in una padella contenente abbondante olio caldo, appena tolte lasciarle sgocciolare su un foglio di carta assorbente. Spolverizzare con lo zucchero impalpabile.


La Festa del Papà ricorre il 19 Marzo in concomitanza con la Festa di San Giuseppe, che nella tradizione popolare oltre a proteggere i poveri, gli orfani e le ragazze nubili, in virtù della sua professione, è anche il protettore dei falegnami, che da sempre sono i principali promotori della sua festa.Pare che l'usanza ci pervenga dagli Stati Uniti e fu celebrata la prima volta intorno ai primi anni del 1900, quando una giovane donna decise di dedicare un giorno speciale a suo padre.Agli inizi la festa del papà ricorreva nel mese di giugno, in corrispondenza del compleanno del Signor Smart alla quale fu dedicata, poi solamente quando giunse anche in Italia si decise che sarebbe stato più adatta festeggiarla il giorno della Festa di San Giuseppe.In principio nacque come festa nazionale, ma in seguito è stata abrogata anche se continua ad essere un'occasione per le famiglie, e sopratutto per i bambini, di festeggiare i loro amati padri. La festa del 19 marzo è caratterizzata inoltre da due tipiche manifestazioni, che si ritrovano un po' in tutte le regioni d'Italia: i falò e le zeppole. Poiché la celebrazione di San Giuseppe coincide con la fine dell'inverno, si è sovrapposta ai riti di purificazione agraria, effettuati nel passato pagano.In quest'occasione, infatti, si bruciano i residui del raccolto sui campi, ed enormi cataste di legna vengono accese ai margini delle piazze. Quando il fuoco sta per spegnersi, alcuni lo scavalcano con grandi salti, e le vecchiette, mentre filano, intonano inni per San Giuseppe. Questi riti sono accompagnati dalla preparazione delle zeppole, le famose frittelle, che pur variando nella ricetta da regione a regione, sono il piatto tipico di questa festa.
Filastrocca
San Giuseppe
San Giuseppe vecchierello
cosa porti nel cestello?
Erba fresca,fresche viole,
nidi, uccelli e lieto sole.
Nel cantuccio più piccino
ho di neve un fiocchettino ,
un piattino di frittelle
e tante altre cose belle.


8 marzo
Buon 8 marzo a tutte le donne,
a quelle che non hanno il dono di un sorriso;
a quelle che non hanno una carezza sulla pelle;
a quelle che non conoscono la dolcezza;
a quelle che in silenzio subiscono la violenza;
a quelle che non possono sciogliersi i capelli al vento.
Buon 8 marzo a tutte le donne,
a quelle che abbracciano con amore;
a quelle che illuminano l’anima,
a quelle che parlano dentro oltre lo sguardo;
a quelle che sorridono con i colori dell’arcobaleno;
a tutte quelle che danno energia alla libertà della vita.


Piccole donne
Auguri alle scolarette di 5°A,
piccole donnine
belle, vispe ed affettuose.
Auguri ad Enza la più corteggiata;
a Marisa con gli occhioni azzurri
e profondi come il mare,
a Maria Grazia sempre garbata e gentile;
a Francesca gaia e cortese;
a Margherita timida e poco loquace;
a Paola dolce e simpatica
alle due Chiarette piene di vita
peperine e sapientine.
Con affetto la maestra Margherita



Che cos’è la festa della donna?

La Festa della Donna è in effetti un momento di gioia per tutto ciò che le donne hanno dato e continuano a dare al mondo. Ma nasconde anche il dolore, la sofferenza, le lotte di tante donne che si sono battute per un mondo più giusto. Grazie a loro oggi le donne occidentali hanno potuto affermare i propri diritti e possono veder riconosciuta la loro parità con l’uomo. L’8 marzo è dedicato a tutte le donne che sono minacciate, violentate, imprigionate, uccise per aver difeso i loro diritti e, spesso, i diritti umani più elementari. Ricordare questo giorno è un modo per non dimenticarle e per continuare a lavorare nella loro scia, perché c’è ancora molto da fare.


Perché la mimosa come simbolo?
La mimosa è simbolo di innocenza, di libertà e nello stesso tempo il suo delicato nasconde forza e vitalità. In realtà questa scelta non ha nulla a che vedere con i fatti di New York. Infatti l’UDI (Unione Donne Italiane) che, preparando il primo 8 marzo del dopoguerra (nel 1946) si pose il problema di trovare un fiore che potesse simboleggiare lo spirito della giornata. L’idea di trovare un fiore veniva a sua volta dal garofano rosso, simbolo della festa dei lavoratori. La mimosa, profumata e poco costosa, apparve subito come il fiore adatto. Il suo dono significa anche che il mondo sarebbe grigio, triste, povero senza la creatività e vitalità femminili.


24 febbraio 2009
Carnevale a scuola.








Come ogni anno anche questa volta abbiamo festeggiato il Carnevale a scuola con i compagni e le maestre.
Che divertimento!
La nostra aula si è trasformata in una discoteca, abbiamo ballato, imitato,recitato barzellette e organizzato vari giochi sotto una nuvola di coriandoli e avvolti dalle stelle filanti.






L'AMORE...E I BAMBINI



L’amore è il fiume in piena in un territorio arido, è la luce che mi conduce sulla strada della speranza.

Cosimo Niglio


Secondo me l’amore è un sentimento che si prova per qualcuno, è una parola bellissima che si usa per dire “Ti Amo.” Per capire cos’è l’amore immagina due mani ardenti e poche parole per rendere eterno un istante.

Enza Tagliamonte


L’anore è il fiore che sboccia in inverno, è il sole che riscalda la terra, è l’albero che produce i frutti,insomma è la vita.

Francesco Ristallo


Io provo amore per la mia famiglia molto gentile e premurosa.

Damiano Senatore


Io voglio bene a tutte le persone che mi stanno vicino e mi aiutano quando sto male.

Marisa Cicinati


L’amore è un sentimento bellissimo che si prova per una persona cara, immagino due sguardi persi l’uno nell’altro, due mani che tremano, due cuori che sono pieni d’amore e che non vedono l’ora di sprigionare il loro sentimento.

Chiara Di Stefano


Un amore senza baci è come un colloquio senza parole.

Francesca Cariello


Tu sei la stella che brilla alta nel cielo, sei la mia vita mia e per sempre io ti amerò.

Margherita Naponiello


Secondo me il sentimento d’amore è la cosa più bella dell’universo che accade tra tutte le persone o tra tutti gli animali.

Davide Di Rosario


L’amore si può provare in diversi modi perché l’amore è il sentimento più bello che sia.

Sergio Cerullo


Secondo me l’amore significa volersi bene, dirsi la verità, non tradirsi mai e confidarsi ogni tipo di segreto.

Bruno Budetta


Enza quando ti vedo sembri una principessa e quando ti penso mi fai innamorare sempre di più. Hai un cuore fantastico. Sei come l’amore.

Domenico Forlenza


Quando abbraccio la persona che voglio più bene, mi sento sicuro di me, piena di energia, protetta e riesco a percipire la sua bontà, il suo amore, il suo calore e la sua immensa generosità che prova per me.

Maria grazia Nese


Manuela, sei la stella del mio amore e illumini il mio cuore. Voglio bene inoltre anche i miei genitori, perché mia madre è molto dolce e gentile con gli altri e papà perché ogni sera gioca con me e mio fratello.

Ernesto De Devitiis


Quando sto con la persona che più amo, la mia anima risplende, mi sento sicura, perché so che lei mi proteggerà e starà sempre accanto a me quando ne avrò bisogno.

Chiara Falce


Io provo amore per mamma, per papà e per mio fratello Cosimo.

Paola Altieri


L’amore è come un fiore che nasce nel deserto, continua a crescere, alimentato dalla nostra speranza, la nostra acqua. L’amore è illuminato dal nostro calore, dalla nostra credenza e dai nostri sentimenti. L’acqua è vita e la vita è amore.

Francesco Mirra


Secondo me l’amo
re è un sentimento stupendo, si prova non solo quando ti innamori ma anche quando ti è simpatica una persona.

Mario D’angelo






IL MIO CARNEVALE

Quando io ero piccina
sognavo un vestito da damina

con crini e merlettini
tanti veli e fiocchettini.

A vestirmi in allegria
ci pensava zia Maria:

con la gonna della nonna
mi sentivo una gran donna,

nei capelli un fazzoletto
sulle spalle uno scialletto.

Sulla bocca piccolina
un rossetto porporina.

sulle guance due mele rosse
colorate e grosse grosse.

Per finire un bel cestello
da riempire di frittelle.

Mi guardava zia Maria
con la gioia dentro il cuore
e con tanta tanto amore.

Ero una bella contadinella
ma lei mi chiamava pacchianella.

Margherita Vicidomini




La tombolata di Natale.

La recita di Natale

Ricordi della classe quarta.




Siamo belli... anche se ci manca qualche dente.

Il ballo al palazzo reale(recita di Cenerentola)

Siamo all'istituto agrario, osserviamo come si fa la mozzarella.
Visita al centro storico,siamo all'interno del palazzo nobiliare De Consolibus

Che divertimento!
Rotolarsi sull'erba fresca dei giardini della Reggia di Casert.






Con la collaborazione della maestra Angela Clemente prepariamo i canti di Natale.





Che spasso!